Caravaggio in Sicilia: viaggio e racconto
domenica 15 maggio 2016
lunedì 28 marzo 2016
sabato 13 febbraio 2016
domenica 3 gennaio 2016
Mostra INUMANI
La mostra:
L’Inumano è l’uomo “umano troppo umano”, al centro di tutto, artefice, entità, ego-io pensante, vittima e carnefice degli altri e di se stesso.
E’ l’uomo contemporaneo, che vive la sua epoca da padrone del suo tempo e ideatore delle macchine: quello che tutti vedono. L’uomo/inumano che si scontra con la realtà, che la trasforma a sua immagine, che la imbruttisce, che la vive, che la cambia, che la rinnova. Il demiurgo che plasma e forma. E’ l’Inumano che si spinge oltre le colonne d’Ercole, che sfida il destino: l’artista, il costruttore, l’inventore, il manipolatore, lo scrittore, sicuro di sè e delle sue conoscenze. E’ l’inumano involucro e personaggio. Quello che si sveglia e si cambia d’abito. Quello che pensano che sia.
E’ l’animo umano, nella la sua eterna scissione, lacerato da mondi inconciliabili e succube delle macchine: quello che nessuno vede. L’uomo/inumano vittima della realtà, della società, della politica, condizionato dalla sua persona, dalla sua inquietudine, in preda a passione, bramosia, ossessione, delirio di potenza, attaccato con tutte le sue forze al mondo sensibile ed all’accumulo illogico di materia e conoscenza. E’ l’Inumano che si scontra con se stesso scoprendosi nella sua solitudine di mortale: senza certezze, verità, appigli. E’ l’inumano nella sua interezza e fragilità. Quello che si sveglia e continua a sentirsi nudo. Quello che è.
La destinazione:
Nasce come luogo comunitario e lavorativo, dove con metodi antichi si trasformavano materie prime, come spazio sociale di riunione, scambio di idee ed esperienze, dove l’uomo si confrontava con l’uomo in modo naturale e semplice; diventa luogo distrutto dalla terribile frana che ha portato all’abbandono di tutto il centro abitato; si trasforma in spazio museale, ritrovando la sua peculiare caratteristica di luogo in cui poter conoscere, socializzare, produrre e, quindi, crescere.
Gli artisti:
Gli artisti della mostra INUMANI non espongono niente se non se stessi, le loro passioni, sacrifici, studio, tenacia, forza. Sono l’uomo ed il genio, la decadenza e la creazione. Lontani dall’arte vuota e di mera provocazione o decorazione, rispecchiano la personalità dell’artista impegnato - così difficile da trovare - che vuole lanciare un messaggio rivoluzionario: conoscere se stessi. Accomunati dalla volontà di condividere e generare bellezza sono artisti completamente opposti e lontani tra loro ma artisti che raccontano l’uomo e le sue imperfezioni. L’ideale di perfezione fisica e morale “καλὸς καὶ ἀγαθός” -ciò che è bello deve essere buono- lascia il posto ad anime infrante e corrotte, ad occhi spenti e vuoti, a sguardi persi e turbati, ad intelletti raffinati e tormentati.
La dimensione ideale ma infranta di Giuseppe Siracusa con i suoi corpi vivi, spersonalizzati, santificati e umani. La carne impressa su tela con tutta la sua forza divina ed il suo contrasto materiale ed imperfetto. Ritratti di un’umanità che combatte le sue debolezze, in cerca di salvezza. Autoritratti in cui rispecchiarsi e conoscersi in un turbine di chiaroscuri e pennellate violente. Le atmosfere surreali di Marco Rizzo, immagini di paesaggi del mondo delle idee ancora da costruire. Un mondo metafisico e puramente spirituale, lontano dalla corruzione sensibile e creato da contrasti di colore e lievi pennellate. I suoi quadri materializzano il desiderio dell’iperuranio sperato e ricercato con tanta in-costanza dall’uomo, quella perfezione desolante e immobile che tormenta e fa sentire infinitamente umani. I volti di Laura Marchese reali/ideali, con le loro storie da raccontare, i loro occhi lontani, immagini di sguardi persi nella ciclicità del tempo di epoche sempre vive e fuggevoli. Sono uomini usurati e perfetti, generati con tenacia e sottili sfumature. Sono uomini, sogni infranti, pensieri che portano un messaggio distorto ed una critica tangibile per un’umanità sempre più smaterializzata e vuota. Umani senza volto e consistenza. Gaetano Chiarenza: umanamente uomo - inumanamente artista. Con il suo dovere di esternare bellezza ad ogni costo; con la sua consapevolezza di avere il dono della libertà creativa, senza freni, senza limiti. I suoi sono volti primordiali, occhi che penetrano chi guarda per instaurare un dialogo netto e naif con la dimensione diversa e simile. Gaetano Chiarenza, con il candore di artista puro e incorruttibile, l’uso sapiente e graffiante dei colori primari, delle forme nette, e campiture piene, è l’artista più umano e più inumano della mostra. E’ la potenza della genesi creativa che esplode in tutta la sua pienezza. Sea Creative che espone volti nelle aree industriali abbandonate, dimenticate e lontane dal mondo abitato ed umano. Personaggi che si fondono con non luoghi, che cercano sguardi di comprensione con i loro occhi tormentati, languidi ed assenti, che emergono con prepotenza da sfondi piatti ed accesi. Inumani che si scontrano con l’ambiguità della realtà museale e quella decadente della strada. La maladolescenza ovvero raccontare l’uomo e la realtà senza filtri. Vedremo crisi e collisioni interiori sfociare in atmosfere irreali ed inquietanti, in un crescendo di immagini grottesche ed introspettive; scopriremo lo scontro di un uomo che si trasforma fisicamente e ideologicamente, trascinato dal mondo che lo circonda in una realtà talmente reale da sembrare fantastica. Sono storie di uomini che combattono se stessi e gli altri, che denunciano condizioni sociali e turbamenti della mente. Alessio Barchitta ed il suo “dialogo imperfetto”. Il dialogo tra la creazione progettuale ed artistica e la materia che ancora vive, in un rapporto di imposizione/negazione. Materia che si salva con l’ascolto. Le opere dell’artista, si slegano dal suo creatore e godono di anima propria: si evolvono, si deteriorano, cambiano con il tempo che cambia e scorre inesorabile. Affidarsi al cieco caso, in un processo di continua ri-generazione che concede all’opera la libertà di altri mondi possibili ed all’artista la completezza del farsi potenza che plasma. Nanni Licitra fa delle imperfezioni il marchio di fabbrica della sua fotografia. Lontano dalla freddezza dei ritocchi digitali, crea con l’utilizzo di metodi di post produzione manuali per immortalare l’attimo inconsueto ed improbabile. Testimone dell’uomo solitario in continua trasformazione e delle periferie cittadine inumanamente degradate. Nei suoi lavori creativi e di denuncia sociale, le pellicole istantanee diventano la base di opere nuove. Marcello Amarù è la bellezza di un artista che ha bruciato le tappe. La frenesia e la scoperta artistica, svelate in maniera diretta ed energica nelle sue opere, sono la testimonianza di una ricerca emozionale trasmessa con il lavoro costante manuale ed artigianale. Da pittore a fotografo a sculture, Marcello vive, studia e sperimenta giornalmente la sua giovinezza e la sua arte. Così fuse tra loro. Roberto Farinacci e la ricerca di se stesso attraverso tutto ciò che lo circonda. La sua pittura è introspettiva e carica di un messaggio morale all’uomo. Ritratti, nudi femminili, astrattismo, paesaggi, forme plastiche: mai un periodo pittorico, semmai sperimentazioni e cambiamenti stilistici. Un artista che ha voglia di parlare, di raccontare l’amore e ciò che ama in un crescendo di emozioni e sensualità delle forme.
Gli autoritratti di Antonio Russo, l’artista che osserva il cosmo ma dipinge se stesso in continua evoluzione e trasformazione materiale e spirituale. La ricerca artistica di Antonio è fatta di stelle, pianeti e costellazioni che volteggiano trasfigurati nell’universo della tela e dei supporti diversi, cercati e riutilizzati; personaggi illustri reinterpretati e rivisitati in chiave introspettiva con perizia e teatralità, in continuo divenire.
Le immagini di Luis Alberto Alvarez così sinuose da creare un ponte tra il Messico e L’Italia. La sua arte è una continua ricerca sulle origini ed il percorso umano, i colori sono un miracolo creativo che rinasce, continuamente, con una forza prorompente; le forme sono pura armonia tra spirito e materia. Il ritorno alle origini, la natura, il segno inteso come gesto primitivo e necessario sono le trame dei lavori di L. Alberto, sempre in ricerca, sempre in viaggio. Luis Cutrone ovvero il ritorno alle origini. Il passaggio dalla tecnologia e dalle macchine di produzione industriale al disegno manuale, alla scultura ed alla pittura sono tappe del percorso dell’artista Luis verso l’arte, intesa come salvezza ed emozione pura. Disegni, incisioni, muralismo ed animazione assumono la forma di un mezzo espressivo potente e trascinante capace di trasportare lo spettatore verso colori e mondi lontani. Umana intensità.
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